Addio al dolore!

Hai paura del dentista e temi di provare dolore?

 

Hai mai rinunciato agli appuntamenti dal dentista?
Ti sei mai chiest* perché non ti decidi mai a prendere appuntamento anche per un solo semplice controllo?

Come dici, temi di provare dolore?

Mmm… La buona notizia è che da parecchio tempo a questa parte non è più così, la cattiva è che – purtroppo – sei in buona compagnia!

Ma dopo la lettura di questo articolo siamo certi che la situazione cambierà… Per il meglio!

Avere paura del dentista non è poi così raro, ma scoprire che c’è una soluzione a tutto questo è una certezza che, siamo certi, ti farà tornare il sorriso.
Se pensavi di dover dire addio al tuo sorriso per sempre, beh, sappi che la storia dell’anestesia cambierà le tue prospettive!

Scopri come continuando a leggere…

 

Un antidoto al dolore

LA STORIA DELL’ANESTESIA

 

L’anestesia non è sempre esistita così come la conosciamo oggi ma fin dai primordi della storia, l’uomo ha sempre cercato di limitare, con i mezzi disponibili, la percezione del dolore.

La storia dell’anestesia affonda le sue radici in tempi molto remoti.

Potremmo quasi affermare che il proposito di lenire il dolore sia nato con la consapevolezza dell’uomo ma, come in ogni ricerca storica, è fondamentale affidarsi alle fonti, che rivelano come l’ingegno sia stato essenziale nell’avanzamento della tecnica anestesiologica.

Ed è proprio grazie alle fonti storiche, infatti, che è stato possibile percorrere un lungo viaggio a ritroso per comprendere come l’umanità abbia sempre tentato, coi mezzi che le erano consentiti a seconda del tempo in cui viveva, di trovare un rimedio efficace contro il dolore, soprattutto a fronte di cure inevitabili come l’estrazione di un dente o il trattamento di una frattura.

 

ANESTESIA?
Sì, fin dalle civiltà più remote!

Il nostro viaggio comincia in terre lontane… Gli Assiri ed i Babilonesi, civiltà che abitavano la zona della Mesopotamia, riducevano il dolore esercitando una compressione decisa sulle carotidi, con innegabili effetti collaterali come la perdita dei sensi e potenziali danni celebrali secondari.

Anche gli Egizi avevano escogitato un loro modo per affrontare il dolore: dopo aver scoperto che raffreddando la zona interessata, la circolazione del sangue rallentava e quindi la percezione del dolore diminuiva, si affidarono agli impacchi d’acqua fredda per anestetizzare il punto dolorante.

Greci e Romani, come testimoniato da Discoride nel “De materia medica” del I sec. d.C. e da Plinio il Vecchio, non furono meno ingegnosi: avevano scoperto che l’utilizzo della mandragora e degli oppiacei, noti per le loro proprietà narcotiche, garantiva un qualche sollievo al “paziente” che doveva affrontare i primi rudimentali interventi.

 

LA SPONGIA SOMNIFERA

Quest’ultima tipologia di sedazione fu molto adoperata anche in epoca medievale attraverso la cosiddetta spongia somnifera (da tradursi con “spugna portatrice di sonno”), già nota in epoca romana.

 Questa spugna marina naturale aveva un rituale di preparazione specifico prima di essere fatta inalare al malato: in piena estate si preparava un estratto fresco di oppio e di alcune piante officinali come lo Hyoscyamus Niger, la cicuta, il Solanum Nigrum, la Mandragora, la Datura Stramonium e la Lactuca Virosa. In questo preparato veniva poi immersa la spugna che, in seguito, veniva lasciata essiccare al sole. 

L’operazione andava ripetuta per circa tre volte al fine di rendere davvero efficace la spongia, la cui conservazione richiedeva necessariamente un luogo buio, fresco ed asciutto. Dopodiché poteva dirsi pronta per essere utilizzata per inalazione.

 

LA SCOPERTA DELLE AMERICHE ED IL CURARO

A seguito della scoperta delle Americhe nei secoli a venire, a questo composto furono aggiunti ingredienti nuovi, quali la coca ed il cosiddetto curaro, un veleno estratto da alcune specie vegetali della foresta amazzonica.

Il curaro, se utilizzato in piccole dosi, aveva effetti anestetici ma in dosi elevate il rischio di morte era dietro l’angolo. Esso paralizzando i nervi motori, causava immobilità dei muscoli respiratori e quindi il decesso. Non a caso gli indigeni ricorrevano a questa sostanza per la preparazione delle loro frecce.

Ora hai capito perché non devi temere così tanto il dentista? Fin dai tempi più antichi l’uomo ha sperimentato ingegnosi rimedi per ridurre la percezione del dolore.

 

TEMPI MODERNI

Fino alla metà dell’Ottocento circa, le metodologie per limitare la percezione al dolore non subirono un avanzamento della tecnica ragguardevole. 

Insieme alle più note pratiche fino ad allora conosciute c’era il sempreverde utilizzo di alcol: la preparazione agli interventi chirurgici avveniva tramite ubriacatura e stordimento. Questa metodologia era particolarmente praticata in campo militare, dove tempi e mezzi non erano di certo a favore del chirurgico.

Solo verso la fine del secolo le cose cominciarono a cambiare e, nei campi di battaglia, iniziarono ad essere utilizzate delle “maschere” rudimentali per inebetire i soldati con garze imbibite di cloroformio o etere.

Già dall’epoca dei Lumi erano iniziate le prime indagini sul protossido d’azoto (noto anche come “gas esilarante”) e successivamente, sull’etere, ma un vero e proprio punto di svolta fu segnato nel 1844, grazie al dentista Horace Wells che, secondo la leggenda, usò per primo la tecnica inalatoria ispirato dallo spettacolo di un saltimbanco che ne faceva ricorso. 

La storia però ravvede in Crawford Long, medico statunitense, il primo vero pioniere dell’anestesia in campo chirurgico. Nel 1842 la utilizzò per asportare un tumore al collo di un suo paziente e negli anni a venire la impiegò anche per altri interventi come amputazioni e parti.

Tuttavia, il titolo di padre dell’anestesia fu erroneamente conferito dalla storia al dentista di Boston William T. G. Morton, che fu il primo a pubblicare studi su questa pratica nel 1846.  Egli, infatti, avrebbe utilizzato l’anestesia per l’estrazione di un dente e due anni più tardi creò un congegno per la sua somministrazione.
Sebbene Long fosse stato un pioniere dell’anestesia con etere, pubblicò i suoi studi solo tre anni dopo Morton, nel 1849, ma a quel punto l’anestesia moderna era ormai “nata”.

E nell’ambito maternità?

 

Oltre all’etere e al protossido d’azoto, anche il cloroformio fu spesso impiegato per sedare i pazienti.

Il caso più noto che diede il via al suo utilizzo su larga scala, in un ambito diverso come quello della maternità, fu proprio quello della regina Vittoria, che lo richiese durante il parto del suo ottavo figlio, scontrandosi coi precetti culturali e religiosi del “partorirai con dolore”, in un impeto di modernità che è entrato nella storia.

 

L’ANESTESIA OGGI

(finalmente puoi dire addio alle tue paure!)

L’anestesia, oggi, è impiegata con protocolli diversi a seconda del piano terapeutico di ogni paziente. 

In odontoiatria, a supporto dell’ormai nota anestesia locale, è subentrata da tempo la sedo-analgesia cosciente, una pratica che consente di affrontare senza ansie né dolore anche gli interventi odontoiatrici più complessi, come quelli di implantologia avanzata.

Per rendere meno invasivo l’intervento quindi, oltre alla tradizionale anestesia locale intra-orale, se necessario può essere eseguita una sedo-analgesia cosciente da parte di un anestesista. Il suo scopo è quello di ridurre al minimo il disagio dell’intervento, sia in termini di dolore che di percezione del tempo che passa. Un notevole vantaggio per affrontare cure complesse e la paura del dentista senza stress!

 È ormai assodato che, l’anestesia, nel corso dei secoli, ha subito consistenti miglioramenti, rivoluzionando per sempre l’approccio anche alle terapie più invasive.

Ora speriamo sia chiaro che non hai più nulla da temere, neanche nel caso tu abbia bisogno di importanti cure odontoiatriche, grazie ad anestesia locale e sedo-analgesia cosciente.

 

Vorresti saperne di più su come sconfiggere le tue paure?

Ascolta ora l’intervista al dott. Chicone per scoprire come dire addio una volta per tutte alla paura del dentista!

Ti basta cliccare qui 

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